Settimana lavorativa passerà da 40 a 32 ore per creare nuovi posti di lavoro?


Il progetto di legge presentato alla Regione è di tenore facoltativo e rispolvera ciò l’Italia ha già provato a fare con il governo Prodi o, meglio, con la ferma intenzione di Fausto Bertinotti di imporre una settimana lavorativa di 35 ore, una legge che non ha mai visto gli albori al contrario di quanto è successo in Francia dalla socialista Aubry e, parallelamente, in Germania.



Il relatore del progetto è Piergiovanni Alleva, giurista del lavoro e già membro del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (Cnel, istituto che Renzi avrebbe voluto disattivare con il referendum del 4 dicembrescorso), convinto che ridurre da 40 a 32 le ore di lavoro possa pressoché azzerare il tasso di disoccupazione dell’Emilia.
A guardare i numeri l’idea sembra meno utopica di quanto si possa pensare: i lavoratori sono circa 2 milioni, i disoccupati 160mila. Prestando all’intera faccenda soltanto un orecchio matematico i numeri tornano, anche se un orecchio più attento potrebbe trovare qualche nota stonata.
L’anima del progetto, così come intesa dai promotori, è quella di normare i contratti di solidarietà già in essere, di attuare un piano di incentivi pubblici e di sgravi fiscali, imponendo però alle aziende di assumere un lavoratore ogni 4 impiegati.
L’idea piace alle sinistre dell’Emilia Romagna ma chi l’ha già sperimentata, all’estero e in tempi diversi da quelli attuali, ha avuto a che fare con problemi che ancora oggi non sono stati risolti.

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