Selena Gomez ai microfoni: «L'odio mi ha motivata»


Selena Gomez ai microfoni: «L'odio mi ha motivata»

Sospetto che non lo faccia per ritrosia, ma perché dà (giustamente) per scontato che i dettagli salienti me li sia procurati su Internet: un amore che comincia molto vero e molto innocente, seguito da anni di tira e molla turbolenti quando andava bene, e devastanti quando andava male. Mentre Bieber si reinventava come l’incarnazione tatuata dell’adolescente ribelle pseudoteppista, Gomez è diventata, suo malgrado, una spettatrice, sulla quale i tabloid hanno scaricato una quantità di storie spiacevoli. Il tutto alimentando quel bisogno insaziabile, molto americano, di vedere quanto tempo impiegano i famosi, specie se giovani, a incenerirsi sotto i riflettori di una curiosità aggressiva. 

«All’inizio non m’importava. Pensavo: “Ho diciott’anni, un fidanzato, insieme siamo carini, stiamo bene”. Poi mi si è spezzato il cuore e sì che m’importava. Perché la gente non aveva idea di cosa succedesse realmente, eppure ovunque leggevi un milione di cose diverse».

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