Venezia: Donna Uccisa a martellate, poi tagliata a pezzi


Sono le 20 di venerdì, la figlia Rosanna che abita a Mira chiama la madre Nelly, che non risponde. Insiste ma non ottiene risposta. A quel punto telefona a una vicina e le chiede se può fare un salto a suonare al campanello dell’appartamento della madre per capire se era in casa. La vicina suona, sente dei rumori provenire dall’interno, ma nessuno le apre la porta. Quindi spiega la situazione a Rosanna che a quel punto avverte la sorella Daniela. Questa con il marito Giulio Benozzo si reca in via Ca’ Venier. L’uomo sale nell’appartamento della suocera, mentre la moglie lo attende in strada. Quando sta arrivando sul pianerottolo dove c’è l’abitazione dell’anziana vede uscire dall’appartamento Riccardo Torta, con una sega elettrica in mano. La lama gocciola sangue. Giulio entra nell’abitazione e capisce cosa è successo.

Scena dell’orrore. Benozzo chiama il 113. Spiega all’agente in centrale di trovarsi nell’abitazione della suocera e che all’interno ci sono dei sacchi dell’immondizia che colano sangue, mentre la donna non era presente. Spiega che secondo lui la donna è stata uccisa e messa all’interno dei sacchi da un condòmino che lui conosce come Riccardo Torta. Gli agenti delle tre volanti inviate sul posto accertano che nei quattro sacchi dell’immondizia ci sono i resti della donna e che il corpo della stessa era stato sezionato con una sega elettrica. Il sospettato si era chiuso nel suo appartamento e non rispondeva agli agenti. Vengono avvisati i responsabili della Questura, i vigili del fuoco e il 118.

Il capo della Squadra Mobile Angela Lauretta decide di mettere in sicurezza le varie persone che vivono nella palazzina al civico 22 dove è avvenuto l’omicidio. Alle persone viene chiesto di uscire per intervenire senza il rischio di coinvolgere nelle operazioni i condomini. La priorità è quella di bloccare Torta. Inizia una trattativa con l’aiuto di uno psichiatra. Infatti l’uomo è in cura al servizio di igiene mentale dell’Asl 12. Arrivano anche gli agenti dell’Unità operativa pronto intervento (Uopi), addestrati per questo genere di emergenze e in caso di attentati terroristici. Contemporaneamente viene sospeso il servizio di erogazione del gas. Alla fine l’uomo accetta di aprire la porta e si arrende. Appena aperta la porta però inizia a gridare e temendo una sua reazione violenta gli agenti dell’unità speciale lo immobilizzano spruzzandogli addosso un gas speciale.

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